pubblicato il 11 12 2015
Anche il mercato associativo-congressuale sta risentendo dell'atmosfera d'insicurezza e instabilità dovute agli atti terroristici delle ultime settimane, con la differenza che gli effetti sono molto meno immediati rispetto a quelli riscontrati negli altri segmenti del turismo tradizionale.
La complessità della macchina decisionale dell’industria associativo-congressuale costringe infatti a tempi più lenti, ma anche se il processo di cambiamento è già iniziato, gli effetti sul mercato cominceranno a farsi sentire in modo crescente dall’inizio del nuovo anno.
Questa è la tendenza che sta emergendo in modo chiaro dall’attività di monitoraggio che la società di marketing EMI-Eureka MICE International sta svolgendo nei confronti delle associazioni internazionali con sede in Europa per individuare gli eventi “Open Venue” (cioè eventi per i quali non si è ancora deciso destinazione e sede di svolgimento).
Dai colloqui che stiamo avendo con le segreterie internazionali e i referenti dei comitati organizzativi, emerge chiaramente che è in corso non solo un cambio radicale dei criteri di selezione delle candidature, ma anche un processo di revisione degli eventi già in avanzato stato decisionale e, non di rado, anche già decisi e confermati.
Poiché organizzare eventi è un obbligo istituzionale, sancito nello statuto della maggior parte delle associazioni, non ci troviamo di fronte ad una potenziale riduzione degli eventi in programma, ma ad un loro riposizionamento sulla base di nuovi criteri che pongono il requisito della “sicurezza” come prima discriminante per l’analisi delle candidature. Semmai la flessione potrà riguardare il numero di partecipanti.
E’ indubbio infatti che la percezione di insicurezza influirà sulla propensione o meno alla partecipazione e a tal fine ad influire sarà l’immagine che la destinazione di svolgimento avrà saputo esprimere in tal senso.
La raggiungibilità, da sempre requisito principe per l’assegnazione di una candidatura, ha lasciato quindi il passo alla “sicurezza” non solo della destinazione ospitante, ma anche delle modalità di raggiungerla.
Pertanto anche una destinazione minore, più difficile da raggiungere, ma che è in grado di esprimere una maggiore percezione di sicurezza, sarà sicuramente favorita rispetto alle grandi, tradizionali, destinazioni metropolitane.
Un aspetto questo che sta letteralmente rivoluzionando il mercato associativo-congressuale e rimettendo in gioco nell’immediato centinaia di congressi ed eventi internazionali.
Fare previsioni è difficile, poiché tutto dipenderà da come evolverà lo scacchiere geopolitico internazionale che gravita nell’area mediterranea.
Non sorprende quindi come oggi buona parte delle programmazioni effettuate su destinazioni percepite come "non sicure", anche se già definite e confermate stiano per essere rimesse in discussione e con tutta probabilità riproposte al mercato.
Per dare un'dea della vastità e complessità di questo fenomeno si consideri ad esempio che Parigi e Bruxelles occupano il secondo e terzo posto nella classifica mondiale delle città che ospitano il maggior numero di eventi internazionali (Classificazione UAI 2014) e Istanbul il nono (classificazione ICCA 2014).
La situazione italiana
In tale contesto l’Italia ha gestito l'esperienza dell'Expo complessivamente in modo positivo dal punto di vista sia organizzativo che da quello della sicurezza e allo stesso modo, la successiva cerimonia di apertura del Giubileo si è svolta in modo eccellente senza problemi di alcun genere.
Pertanto mentre nel mondo e nelle principali città europee la paura e la tensione si stanno purtroppo diffondendo in modo esponenziale, al momento, le due principali città italiane, Milano e Roma, hanno fornito al mondo una buona immagine di sé, dimostrando di saper gestire, in piena sicurezza ed efficienza, eventi di respiro internazionale organizzativamente complessi. Aspetto questo che fino a poco tempo fa non non rientrava certo tra le eccellenze del “Bel Paese”...
Nell’attuale, oscuro contesto internazionale, contraddistinto dall’incertezza, dall’insicurezza e da rapidi mutamenti di scenario, di cui è impossibile prevedere le evoluzioni future, le destinazioni italiane, forti di contingenze che al momento sono particolarmente favorevoli (il condizionale è ovviamente d'obbligo...), hanno la possibilità di riposizionarsi nel mercato degli eventi associativo-congressuali internazionali già nella breve scadenza.
Questa tendenza vale per i grandi centri metropolitani, per i motivi sopra indicati, sia per le destinazioni "minori" che pur risentendo di una raggiungibilità non eccellente, sono però in grado di sfruttare le loro peculiarità di nicchia, come la sicurezza e tutti quegli aspetti legati ai vantaggi del "piccolo è bello", finora in buona parte sottostimati dal concetto di “metropoli che tutto offre”.
Le destinazioni italiane, oggi più che mai, adottando un’efficace e mirata attività promozionale potranno intercettare quei pubblici che da sempre hanno privilegiato le destinazioni europee, toccando quei bisogni imprescindibili di accoglienza e benessere che il nostro Paese è ancora in grado di offrire.
Giancarlo Leporatti
c.eo. - EMI Eureka MICE International
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