pubblicato il 05 01 2012
L’organizzazione e la gestione di tour promozionali e di campagne on the road comporta sempre problemi logistici. Fra le varie soluzioni, quella del truck ci sembra particolarmente brillante, vantaggiosa anche sotto il profilo economico e capace persino di aggiungere valore alla brand identity.
In sé il truck (in italiano, autocarro) non è che un veicolo in grado di trasportare merci autonomamente, un mezzo di trasporto singolo che differisce dagli altri adibiti al trasporto su strada, come i rimorchi o i semirimorchi, per essere fornito di una sua motricità. Proprio questo – che pare un banale dato di fatto – è in realtà il primo tassello strategico del truck tradotto nella meeting industry. Esso è infatti capace di “seguire” il target nella sua multilocazione, perfino metaforizzandone i movimenti di preferenze, viaggiando e sostando sulle piazze, portando il brand o il prodotto a diretto contatto con il pubblico di riferimento, ovunque esso si trovi.
Un marchio “star”
Il messaggio, in questo modo, viene portato “a domicilio” in maniera capillare e distintiva. L’evento finisce per parlare non solo del prodotto o del servizio da promuovere, ma rappresenta in se stesso una forma di brand entertainment, in cui il target viene coinvolto. Il marchio diventa cosi una “star”, protagonista insieme al pubblico di un vero e proprio spettacolo itinerante. Progettato su misura o completamente personalizzato nella grafica esterna e negli allestimenti interni per soddisfare le necessità del tour, il truck è una vera scatola magica. Può trasformarsi in show room, regia video, percorso multisensoriale, area Vip, stand espositivo, stage per spettacoli di piazza. E sono solo alcuni esempi.
Ma non c’è di più. L’altro grande vantaggio è che attraverso il truck l’investimento è ottimizzato: un solo evento serve per comunicare in più location e a più target per più giorni. La comunicazione è costante: il truck garantisce grande impatto e visibilità, non solo durante la sosta ma pure nei momenti di trasferimento. Insomma, non smette mai di comunicare, anche quando l’evento è in pausa, anche quando il set – si direbbe in termini cinematografici – è “chiuso per allestimento”.
Da ciò si evince come, più che di “evento”, si debba parlare di un progetto di comunicazione a tutto tondo: dalla scelta del truck, alla sua personalizzazione, dagli allestimenti all’individuazione della migliore road-map e delle location di sosta strategiche, in funzione agli obiettivi del tour (piazze, centri commerciali, spiagge, stazione sciistiche). Allestimenti complementari quali tensostrutture, villaggi gonfiabili, mock-up, impianti luci, audio e video, arricchiscono indubbiamente le potenzialità del mezzo all’insegna dell’unicità e memorabilità del prodotto finale.
Ovvio, l’aspetto logistico sarà più complesso del solito: bisognerà procurarsi i permessi di occupazione del suolo pubblico, le licenze per vendita itinerante, il casting di personale specializzato in tutto il territorio nazionale. Ma la versatilità dello strumento e la comunicazione alternativa, dinamica e altamente coinvolgente che ne segue valgono la candela.
Uno che se ne intende, Francesco Franzé, fondatore di Modo Promotion, azienda specializzata in truck e roadshow (a sinistra nella foto, insieme al socio Marco Sorbo all’interno di un truck, mentre nell’altra foto illustriamo un momento dell’evento itinerante Basket story on tour, gestito da Modo Promotion nel 2011), aggiunge due ulteriori plus.
«Utilizzando il truck», afferma, «in primo luogo si ottimizzano i costi, perché la struttura, essendo itinerante, è sempre pronta, non va ogni volta smontata e rimontata, ma solo parcheggiata e aperta al pubblico. E si ottimizzano anche le tempistiche, perché con un solo mezzo si ha tutto ciò che serve».
In questo primo scorcio di ventunesimo secolo, il truck è veicolo preferenziale per eventi a cura delle agenzie di comunicazione, ma sta estendendosi anche alle tradizionali event agency. E chissà che, prima o poi, non si mettano a farne uso
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