Quali lampade per quali fiere

pubblicato il 24 10 2012

In qualsiasi fiera la prima sorgente luminosa degli stand è il padiglione. Tuttavia, soprattutto negli stand più grandi, si manifesta la necessità di aree a luce autonoma, a beneficio di proiezioni o anche solo dell’eleganza dell’ambiente.

Per congegnare questo tipo d’illuminazione il progettista dovrà documentarsi sui tipi di sorgente di luce disponibili, conoscerne l’efficienza e le caratteristiche d’uso. Oggi si trovano sorgenti luminose a incandescenza, a fluorescenza, a vapori di mercurio, a vapori di sodio, a vapori di alogenuri, allo xeno e a luce miscelata.

Incandescenza e fluorescenza

Le lampade a incandescenza si dividono in due grosse famiglie: lampade a gas inerte e lampade ad alogeni. Nelle lampade a incandescenza un sottile filamento di tungsteno viene portato a temperature altissime dal passaggio della corrente elettrica. Il colore della luce è bianco caldo, simile alla luce del tramonto e dunque assai adatto ad ambienti in cui si vuole far sentire l’ospite a proprio agio. Nelle lampade ad alogeni (dette anche al quarzo) il filamento diviene incandescente senza annerire il bulbo, per cui non si ha decadimento del flusso luminoso. Si ha inoltre maggior durata e i bulbi sono di piccole dimensioni, molto più piccoli delle normali lampade a incandescenza.

Nelle lampade fluorescenti la luce nasce mediante una scarica elettrica in un tubo riempito con gas. Gli elettroni di questi gas, “agitati” dalla scarica elettrica, urtano le sostanze fluorescenti che rivestono l’interno del tubo e provocano la luce, il cui colore può variare secondo le sostanze usate. L’efficienza è elevata e il consumo ridotto, dunque ben si addicono a fiere prolungate.

Mercurio e alogenuri

La luce delle lampade a vapori di mercurio è invece prodotta da una scarica elettrica in vapori di mercurio ad alta pressione. Il colore di questa luce non è molto soddisfacente, e si cerca di correggerlo con altre sostanze che consentano una maggior resa dei colori e un’efficienza luminosa. Sono comunque molto usate a titolo decorativo.

Nelle lampade a vapori di alogenuri, aggiungendo al mercurio gli alogenuri di determinati metalli è possibile allargare notevolmente e completare lo spettro della scarica ad alta pressione. L’efficienza luminosa e la resa dei colori risultano notevolmente migliorate. La tonalità è simile a quella della luce naturale diurna, e la definizione cromatica è buona.

Altre soluzioni

Le lampade a luce miscelata nascono dalla combinazione di una lampada a incandescenza con una lampada a vapori di mercurio, in un unico bulbo. L’efficienza luminosa e la durata sono superiori alle lampade a incandescenza. Le lampade avapori di sodio a bassa pressione hanno luce gialla monocromatica, per cui qualunque oggetto loro esposto appare di colore giallo. L’efficienza luminosa di queste lampade è molto elevata, ma in sede di allestimento va tenuto conto che la posizione di funzionamento è limitata all’orizzontale, con una tolleranza di venti gradi. Viceversa le lampade a vapori di sodio ad alta pressione hanno una luce color bianco oro, con una discreta resa dei colori, mentre le lampade allo xeno danno una luce uguale a quella naturale, e quindi garantiscono un’eccellente resa cromatica.

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