Segnali di crescita dall’industria italiana dei congressi e degli eventi

pubblicato il 25 07 2017

I risultati dello studio di settore promosso da Federcongressi&eventi e realizzato dall'Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Presentato il rapporto OICE - l'Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi - che monitora in modo continuativo gli eventi e i congressi organizzati in Italia rilevando le dimensioni, le caratteristiche e le tendenze di settore.

Lo studio, giunto alla terza edizione,   fotografa un importante comparto produttivo dell’economia italiana ed è promosso dall’associazione della meeting industry Federcongressi&eventi e realizzato dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - ASERI con il coordinamento del professor Roberto Nelli

Partecipanti e presenze in crescita

Secondo la ricerca, svolta con riferimento a 5.630 sedi per congressi ed eventi, nel 2016 in Italia sono stati realizzati complessivamente 386.897 eventi di almeno 4 ore con un minimo di 10 partecipanti ciascuno, per un totale di 28.173.514 partecipanti e 42.706.559 presenze. Benché lo studio registri una leggera flessione del numero di eventi (-1,5% rispetto al 2015), la crescita rispettivamente dell’8,4% e del 21,5% del numero dei partecipanti e delle presenze è un chiaro segnale della vitalità del settore, che appare solido e fuori dalla crisi degli anni passati.

Il quadro positivo è confermato anche dal progressivo aumento degli ultimi 3 anni sia della dimensione media degli eventi, sia della loro durata media: la dimensione è passata dai 69 partecipanti medi per evento del 2014 ai 73 del 2016 e la durata da 1,2 giorni medi per evento del 2014 a 1,4 del 2016.

In particolare, gli eventi della durata superiore a un giorno hanno generato un numero di presenze in crescita del 23% rispetto al 2015 e hanno rappresentato circa l’11,5% del totale delle presenze nelle strutture alberghiere e similari in Italia nel 2016. 

L’edizione 2016 dell’OICE indica come il nostro sia un settore di grande importanza per lo sviluppo economico del paese”, commenta la Presidente di Federcongressi&eventi Alessandra Albarelli che aggiunge: “Il valore dei congressi e gli eventi non è pero solo economico ma anche sociale e culturale. È nei congressi e negli eventi che le persone si incontrano per fare innovazione, per aumentare le proprie competenze professionali e per affrontare temi di portata universale quali l’ambiente e la cooperazione”. 

La rilevanza crescente degli eventi aziendali

Sebbene l’associativo continui a rappresentare un segmento rilevante per il settore, nel 2016 aziende ed enti/istituzioni sono stati i promotori più attivi di eventi.
Al primo posto si collocano le aziende le cui convention, lanci di prodotto e meeting rappresentano più della metà degli eventi organizzati dalle sedi del campione analizzato (56,5%), il 48,9% dei partecipanti totali e il 48% delle presenze. Al secondo posto ci sono le associazioni, con il 31,6% degli eventi, il 36,3% dei partecipanti totali e il 36,5% delle presenze. Terzo promotore sono gli enti e le istituzioni di tipo governativo, politico, sindacale e sociale: a loro si attribuisce l’11,9%% degli eventi, il 14,8% dei partecipanti e il 15,5% delle presenze.

In crescita gli eventi nazionali e internazionali

Benché la maggioranza dei congressi ed eventi (il 55,4%) continui ad avere una dimensione locale – cioè con partecipanti (relatori esclusi) provenienti prevalentemente dalla medesima regione della sede – arrivano segnali positivi di crescita dal mercato sia nazionale che internazionale. Gli eventi nazionali, cioè con partecipanti principalmente da fuori regione, hanno aumentato il loro peso dal 30,1% del 2015 al 34,7% ed è aumentata anche la percentuale degli eventi internazionali: gli eventi con un numero rilevante di partecipanti provenienti dall’estero sono passati dal 9,1% al 9,9%. 

Il Nord rimane leader ma il Sud avanza

Il Nord si conferma come l’area geografica che polarizza eventi e congressi, nonostante il leggero decremento di eventi ospitati (-0,8%), dovuto probabilmente all’estinguersi dell’effetto Expo 2015. Di tutti i 386.897 eventi rilevati dalla ricerca oltre la metà (56,5%) si è infatti svolta nelle regioni settentrionali dove si concentra ben il 52,4% delle sedi. Il Centro (con il 25,8% delle sedi) ha accusato una flessione del 6,7% ed è stato scelto per il 26% degli eventi. Il Sud (con il 13,7% delle sedi) 

accresce il numero degli eventi ospitati dell’8,5% rispetto al 2015, venendo a rappresentare l’11,4% del totale: questa buona performance conferma la crescente attenzione che alcune regioni meridionali stanno rivolgendo al turismo MICE.

Specializzazione e dimensione, fattori di successo nel mercato

La maggior parte degli eventi, il 79,6%, si è svolta negli alberghi congressuali

(con il 68,1% delle sedi), che hanno concentrato il 58,2% dei partecipanti, mantenendo pressoché invariata la propria quota sul totale. Hanno aumentato il peso percentuale in termini di partecipanti i centri congressi, che hanno concentrato il 3,2% degli eventi e il 10,8% dei partecipanti (9,6% nel 2015) e le sedi istituzionali, che hanno concentrato il 7,8% degli eventi e l'11,1% dei partecipanti (9,7% nel 2015).

Le dimore storiche sono state utilizzate per ospitare il 2,7% degli eventi e sono la tipologia di sede che ha visto diminuire maggiormente il numero di eventi (-18,3%) rispetto al 2015.

“L’andamento negli ultimi tre anni del mercato”, commenta Roberto Nelli, “sembra tendere a favorire le strutture maggiormente specializzate a ospitare congressi ed eventi, quali i centri congressi, che rispetto al 2014 hanno aumentato gli eventi del 27,2% e i partecipanti del 51,5%, gli alberghi congressuali (+8% degli eventi e +27,6% dei partecipanti) e le sedi fieristico-congressuali (rispettivamente +4,6% e +12,3%)”.

Le performance migliori sono state ottenute dalle sedi con una capacità complessiva di almeno 5.000 posti, che hanno accresciuto gli eventi del 16,9% e i partecipanti del 19,3%, e dalle sedi con una capacità complessiva tra 1.000 e 4.999 posti che, pur in presenza di una flessione del numero di eventi (-1,6%), hanno accresciuto i partecipanti di ben il 25,2% rispetto al 2015. Le performance peggiori sono state ottenute invece dalle sedi di dimensioni inferiori: le sedi con una capacità tra 100 e 499 posti, pur detenendo la maggiore quota di partecipanti (il 32,3% del totale), hanno visto una riduzione del numero di eventi del 2,4% e le sedi con meno di 100 posti hanno diminuito il numero sia di eventi (-7,1%) che di partecipanti (-4,8%). 

Le previsioni di fatturato e gli investimenti

Come lo scorso anno, il sentiment del settore continua a essere positivo. La metà delle sedi prevede che nel 2017 il fatturato complessivo rimarrà invariato, ma un considerevole 40% è ancora più positivo ritenendolo in crescita. I più ottimisti sono gli alberghi congressuali, i centri congressi e gli spazi non convenzionali. Per  essere più competitive sul mercato e per attrarre gli eventi e i congressi più della metà delle sedi, il 52,7%, è intenzionata a investire: il 61% stanzierà budget in tecnologie, il 47% in infrastrutture e servizi, il 42,8% in strutture e il 19,5% in risorse umane. 

 

 

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